Il fotografo reportage deve entrare nella psicologia della percezione; deve percepire con precisione e trasformare le percezioni in un’immagine coerente che sa in grado di funzionare.
Il fotografo in pratica va “a caccia” di una immagine che soddisfi i suoi bisogni creativi e deve trarla da un flusso di eventi in continua evoluzione.
E’ questa l’essenza del reportage, il genere fotografico più ambiguo e difficile, uno dei più puri e basilari. Nell’ambito della fotografia professionale è tra quelli che suscita maggior ammirazione proprio a causa delle difficoltà che pone. Un genere espressivo e creativo perché rappresenta una straordinaria combinazione di realtà del mondo e sguardo del fotografo.
Il fotografo ha ampia libertà di scelta, perché si tratta di una “caccia” particolare di una preda, l’immagine finale, è determinata solo da lui. Il soggetto di una foto riuscita non sa, infatti, di essere fotogenico.
Questo modo istintivo e non pianificato di fotografare situazioni legate alla vita della gente immerge completamente il fotografo nelle incertezze e nelle sorprese della vita quotidiana. Su tali basi si fonda l’affermazione della purezza di tale forma di fotografia, in una relazione diretta con il mondo reale.
Luca Pranovi.